Insegnante

Il mio cammino come insegnante è stato segnato da un'esperienza profonda e da un impegno costante nell'educazione in Bibbia e nell'aiuto agli altri per sviluppare le loro competenze (saper studiare, saper trasmettere, saper parlare, saper scrivere). Fin dai tempi del mio servizio militare nella Marina Militare Italiana, ricordo un quadretto nell'ufficio del mio ammiraglio con una frase di Abraham Lincoln: "Impara a obbedire, prima di comandare". Questa frase mi colpì profondamente e, pur non avendo ancora intrapreso il cammino dell'insegnamento, sentivo già dentro di me una vocazione a studiare e insegnare la Bibbia. Ho adattato quella frase al mio caso: "Impara... (a parlare, a scrivere, a comunicare), prima di insegnare".

Nel corso degli anni, mi sono reso conto di quanto fosse vitale imparare a fondo prima di trasmettere conoscenze e rivelazioni agli altri, un valore che mi ha guidato in ogni fase del mio percorso che ha visto anche non pochi fallimenti. Osservando il degrado e la superficialità che permeano i social media e le realtà religiose decadenti in Italia, dove persone spesso ignoranti cercano di mettersi in cattedra, ho capito l'importanza di un insegnamento che sia radicato nella serietà e nella preparazione rigorosa nella Scrittura. A lungo ho evitato la notorietà, insegnando con passione ciò che avevo imparato, con l'intenzione di trasmettere a chi mi prestava orecchio qualcosa che potesse aiutarli nel loro cammino di fede.

Oggi, dopo un ventennio, sono diventato un punto di riferimento per molte persone, e ricevuto l'apprezzamento di studiosi importanti, non per ambizione di successo, ma per passione sincera nell'insegnare la verità di Dio. Ho fondato una scuola biblica online, la Yeshivat HaDerek, dove insegno e condivido il frutto delle esperienze maturate, con il privilegio di avere studenti meravigliosi che arricchiscono il mio cammino. Questo non è un traguardo che ho cercato, ma la testimonianza di un servo di Dio che si dedica con umiltà e dedizione, senza ricercare la gloria e la popolarità personale, ma il bene del Corpo di Cristo.

Dal mese di maggio 2025 sono docente presso la scuola biblica Koinonia.

Il mio percorso accademico è stato altrettanto fondamentale. Ho studiato presso una Yeshivah messianica internazionale nella quale mi si è aperto un intero universo, ricoprendo ruoli prestigiosi di insegnamento e direzione, e attualmente sono impegnato nello studio delle Scienze Religiose presso la Facoltà Pentecostale di Bellizzi (SA) e presso la AWKNG School of Theology. Nonostante le critiche che questo percorso accademico può ricevere, posso dire con certezza che questa esperienza sta arricchendo e fortificando la mia fede, oltre ad ampliare i miei orizzonti intellettuali. Confrontarmi con personalità accademiche e studiosi di valore mi ha insegnato tanto, ma ciò che più mi colpisce è come questo percorso abbia reso ancora più solida la mia relazione con Dio piuttosto che affievolirla.

Insegnare la Parola di Dio è una grande responsabilità. Chi ha la chiamata a insegnare ed è equipaggiato dei relativi carismi spirituali, deve sapere che sarà sottoposto a un giudizio più severo davanti a Dio. Questo è un onore, ma anche un fardello che porto con umiltà e timore, consapevole che la vita spirituale e intellettuale di molte persone dipende dal mio esempio e dai miei insegnamenti. Ogni giorno cerco di essere sempre meno impostore e più allineato con la volontà di Dio, non solo a parole, ma soprattutto con l'esempio di una fede pratica. Non voglio essere un insegnante che parla senza fare. Gesù mi insegna che un buon maestro non è tale solo nel saper trasmettere qualcosa, ma nel vivere quello che insegna. I Farisei erano bravi a parlare, ma pessimi nel fare. Non voglio cadere in quella trappola, e prego Dio affinché mi sostenga, mi fortifichi e mi riempia ogni giorno di Spirito Santo. Gesù insegnava più facendo che parlando.

L'insegnamento, per me, non è solo un lavoro, ma una missione divina (missio Dei). Ogni lezione che impartisco è un atto di fede e di obbedienza, un'opportunità per avvicinare le persone alla verità della Parola di Dio e aiutarle a crescere nella fede. E ogni volta che vedo i miei studenti fare progressi, o leggere testimonianze da coloro che hanno fruito dei miei contributi editoriali o audio-visivi, posso constatare che la mia vocazione sta portando buon frutto. Ma non per questo mi sento arrivato!

Se un giorno dovessi smettere di imparare dai libri e dai professori, avrò sempre e comunque qualcosa da imparare dai miei studenti.


Il Ministero dell'insegnante della Parola di Dio (in breve)

L'insegnamento della Parola di Dio rappresenta un pilastro fondamentale nella vita cristiana. La figura del dottore delle Scritture non è soltanto un trasmettitore di nozioni teologiche, ma una guida spirituale, chiamato a istruire, edificare e proteggere il Corpo di Cristo attraverso una corretta esposizione della verità rivelata (Efesini 4,11-12; 1 Corinzi 12,28).

La vocazione e la responsabilità dell'insegnante

L'insegnante biblico non si auto-investe del proprio ruolo, ma è stabilito da Dio all'interno della Chiesa per il perfezionamento dei santi. La sua vocazione è permanente ed è caratterizzata da una profonda conoscenza delle Scritture, delle lingue bibliche e una molteplicità di discipline correlate, nonché da un'attitudine alla comunicazione chiara e persuasiva della verità. Egli non è un mero divulgatore-parlatore di concetti religiosi, ma un custode della sana dottrina fondamentale, chiamato a preservare il deposito della fede dalle contaminazioni dell'errore (Tito 2,1).

Un vero insegnante della Parola non solo possiede erudizione teologica, ma incarna con la propria vita i principi che insegna. La sua condotta deve riflettere la santità del messaggio che proclama, poiché l'efficacia della sua opera dipende tanto dalla fedeltà dottrinale quanto dall'esempio personale (1 Timoteo 4,12). Inoltre, la Scrittura evidenzia come l'insegnante debba esercitare il suo ministero con pazienza e mansuetudine, sapendo che l'istruzione spirituale richiede tempo e discernimento per poter correggere coloro che si oppongono alla verità (2 Timoteo 2,24-25).

Il pericolo delle false dottrine

L'apostolo Paolo ammonisce con forza sul pericolo dei falsi maestri, i quali, mossi da ambizioni personali o da un desiderio di assecondare le inclinazioni della massa, deviano dalla verità per introdurre dottrine corrotte e accomodanti. L'epoca apostolica, così come la nostra, è segnata da un progressivo allontanamento dalla sana dottrina, con molti che preferiscono ascoltare insegnamenti più conformi ai propri desideri piuttosto che alla "scomoda" rivelazione divina (2 Timoteo 4,3-4). L'apostolo Pietro aggiunge che tali falsi dottori non solo traviano sé stessi, ma trascinano con loro molti altri, portando discredito al messaggio evangelico (2 Pietro 2,1-2; cfr. Matteo 23,13).

Di fronte a questo pericolo, il bravo insegnante deve vigilare costantemente, affinché la Chiesa non sia esposta a inganni teologici che potrebbero comprometterne la crescita spirituale e la testimonianza nel mondo.

La responsabilità e la ricompensa del ministero

L'alta vocazione dell'insegnante comporta una responsabilità proporzionata all'importanza del suo compito. Giacomo avverte che coloro che insegnano saranno sottoposti a un giudizio più severo, poiché maggiore è la luce ricevuta, maggiore è la responsabilità di trasmetterla fedelmente (Giacomo 3,1). Tuttavia, coloro che perseverano nell'insegnare con fedeltà e integrità riceveranno una ricompensa speciale da parte del Signore durante il Regno millenario, poiché hanno contribuito all'edificazione del Suo popolo (Matteo 24,46).

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